Per alcune aziende è relativamente semplice ottenere like, fan e commenti su Facebook, per altre invece la sfida è un più ardua. Come agenzia di comunicazione abbiamo spesso rassicurato le aziende che lavorano nel B2B sul fatto che anche Facebook possa rappresentare una buona occasione di marketing.
A differenza di altri canali digitali, come LinkedIn ad esempio, su Facebook implementare una strategia in grado di coinvolgere in modo organico e autentico una community non è semplice. Per riuscire nell’intento, infatti, è necessario possedere le giuste competenze tecniche, seguire una core strategy e utilizzare gli strumenti adatti.
Primo strumento: le Stories
Stabilire una connessione emotiva con i clienti è alla base di un rapporto di fiducia duraturo nel tempo. Quando si tratta di prodotti di consumo finale risulta più facile suscitare emozione in un utente di Facebook: ogni individuo è legato ai prodotti o servizi che utilizza in prima persona, questo perché fanno parte della sua vita privata e lo coinvolgono emotivamente in quanto esperienze personali. Tutto questo è più difficile per chi si confronta con il mondo del B2B; i fornitori, infatti, non sviluppano quel rapporto d’intimità con i prodotti o servizi di cui necessitano per la propria azienda.
Le Stories sono lo strumento adatto per sopperire a questa mancanza: permettono di costruire quella relazione con i propri clienti necessaria a creare una community su Facebook, mostrando momenti meno istituzionali dell’azienda e rivelandone il lato più umano, sia interno che nei confronti dei clienti. Con le stories si può raccontare la storia di un brand, la sua identità, la sua vision e la sua mission. Tutto ciò che c’è oltre ad una ragione sociale e un logo può prendere vita ed entusiasmare gli utenti creando quella connessione emotiva che spesso manca nel B2B.
Secondo strumento: i Video
Data l’infinità di contenuti che popolano il web, riuscire a catturare l’attenzione degli utenti è diventato sempre più difficile. Recenti studi hanno dimostrato che con l’avvento dei media digitali la soglia d’attenzione delle persone si è ridotta drasticamente: due secondi è l’arco di tempo che un contenuto ha per essere ritenuto interessante, altrimenti è destinato all’oblio nella rete perdendosi tra le dita nell’incessante scrolling infinito.
In questo panorama, il video è la risorsa principe perché ottiene più engagement rispetto ad altri tipi di post e permette di trattare un maggior numero di informazioni in minor tempo e in modo più accattivante. Questo è vero sia per gli annunci video sia per i video che appaiono nel feed della propria pagina.
Storytelling e video vanno di pari passo. Un minuto di video offre molto più spazio per raccontare una storia rispetto ad un semplice post con testo.
Terzo strumento: le Live
Si è già visto come le persone abbiano maggiori difficoltà a connettersi con le aziende B2B nello stesso modo in cui lo fanno con le attività B2C: questo perché spesso nel mondo business è richiesta una certa dose di professionalità che può apparire a volte artefatta e poco “umana”. Il modo per aggirare questo problema è dare un volto alle persone reali dietro il brand.
Facebook Live è lo strumento ideale per mostrare agli utenti il volto umano della propria azienda: è un momento d’interazione in cui si sviluppa una comunicazione multidirezionale in tempo reale, che permette alla propria audience di porre domande e chiedere eventuali chiarimenti. Proprio per questo, però, è necessario prendere alcuni accorgimenti: organizzare e verificare l’attrezzatura da utilizzare, essere preparati sull’argomento da trattare e avere un piano di emergenza, tutto ciò per evitare situazioni scomode che potrebbero intaccare la credibilità del brand.
Inoltre, una live su Facebook ottiene un coinvolgimento più elevato e più visualizzazioni di un semplice video.
Quarto strumento: i Gruppi privati
Chiunque si occupi di business sa che il target è molto importante e un’impresa, per riuscire a far emergere il proprio prodotto o servizio, deve conoscerlo, ma più di ogni cosa deve sapere i suoi bisogni e qual è il linguaggio che utilizza per esprimerli.
Quando si ha un ampio numero di clienti, una soluzione ideale per conoscerli tutti al meglio è suddividerli in gruppi d’interesse. Facebook facilita l’operazione permettendo di creare gruppi privati in cui poter inserire le varie tipologie di utenti (i clienti migliori e più fedeli ad esempio). In questo modo sarà possibile approfondire tematiche specifiche sulle quali gli iscritti potranno confrontarsi ed essere aggiornati periodicamente dagli esperti dello staff, sempre sotto l’attento occhio vigile del supervisore della pagina.
In questo modo non solo si hanno strumenti per approfondire la ricerca sul proprio target, ma si crea l’occasione per ottenere la fiducia dei clienti dimostrando loro disponibilità e concretezza.
Questo è un eccellente metodo per offrire valore aggiunto ai clienti tramite Facebook. Infine i post dei gruppi si presentano più spesso di altri tipi di post all’interno del feed delle notizie: questo può essere un bel vantaggio rispetto ai competitor. Per un’azienda B2B può essere più utile informare o educare i propri follower, piuttosto che intrattenerli. Un’azienda B2B non è e non deve essere noiosa su Facebook: può essere umana, coinvolgente, interessante. Occorre qualche sforzo in più, ma una volta raggiunta la fiducia dei propri follower è facile convertirli in clienti, più di quanto accade con un’azienda B2C.