Così recitava una pietra miliare dell’advertising moderno, ovvero la campagna Pirelli degli anni ’90, ideata da Young e Rubicam.
Prendo in prestito questo bellissimo concetto per parafrasarlo in “il marketing è nulla senza controllo”. Un po’ vago vero? Cosa significa controllo? Pianificazione? Oppure si entra nel dominio del finance e si parla di gestione?
Niente di tutto questo. Per controllo intendo la capacità e gli strumenti per poter decidere in maniera sicura e ponderata senza rischi inutili, per impostare un cruscotto da cui ricavare tutte le informazioni necessarie a fare scelte di marketing efficaci.
Il metodo scientifico, per definizione, consiste nell’osservare un fenomeno, formulare ipotesi, verificarle sperimentalmente, raccogliere dati ed elaborarli nella definizione di una legge. È il metodo con cui da secoli basiamo la nostra conoscenza del mondo e il nostro apprendimento. È l’unico a darci la garanzia di non muoverci alla cieca o sotto la spinta dei “secondo me”.
È infallibile? Certo che no. Ci permette una buona dose di epurazione da bias e opinioni inesperte? Assolutamente sì.
Il Marketing Scientifico, dunque, è la miglior soluzione oggi disponibile sul mercato per formulare un’ipotesi, verificarla sul campo PRIMA di fare investimenti di prodotto e di marketing, raccogliere una quantità adeguata di dati e avere la chiave per interpretarli nel modo corretto. E, da tutto questo, ricavare una legge che permette di pianificare quegli investimenti in maniera efficace.
Se qualcuno pensa che sia poco, forse ha in tasca la pietra filosofale.
Il Partner Program di Surf the Market
Ma visto che noi, ahimè, non possediamo questo oggetto mitologico, abbiamo deciso di aderire al Partner Program di Surf the Market, l’azienda che in Italia rappresenta il Marketing Scientifico e che, grazie al suo framework, ci permette di condurre i nostri clienti in questo percorso verso un marketing efficace.
Ma quindi finisce qui? Una corretta strategia di marketing è sufficiente ad avere la certezza del successo sul mercato? Assolutamente no.
Cosa manca, dunque? Manca la messa a terra. Manca il collegamento tra il marketing e la Comunicazione, che spesso passa attraverso creatività fini a se stesse, asservite solo al gusto di chi le produce o di chi le commissiona. Creatività che non emozionano o che non finalizzano, creatività che possono essere esteticamente gradevoli ma che non comunicano, creatività che perdono di vista lo scopo ultimo della loro esistenza: comunicare con le persone ad un livello profondo, trasmettere concetti ed entrare in vera sintonia.
Ed è qui che entra in gioco l’ultimo tassello del puzzle, ovvero ciò che viene DOPO la creatività: il Neuromarketing.
Consentendo di studiare l’attività del cervello e dell’organismo e misurando processi emozionali e di pensiero di cui non siamo pienamente consapevoli, permette quindi di scendere dal campo delle ipotesi a quello dell’evidenza.
Nella pratica, è possibile prevedere in maniera attendibile come un individuo reagirà alla visione di un messaggio pubblicitario, al lancio di un nuovo prodotto o servizio, alla navigazione di un sito. Non si tratta perciò di manipolazione, ma di comprensione dei meccanismi della mente umana. La comprensione più profonda che qualunque disciplina o strumento possa raggiungere.
Ed è così che Marketing Scientifico e Neuromarketing, se associati, letteralmente blindano il percorso di ogni azienda all’interno di evidenze scientifiche incontrovertibili e permettono la massima efficacia ottenibile.
L’azienda che sostiene di non averne bisogno, o ha budget infiniti, o si muove in un mercato di assoluto monopolio, oppure sta sprecando la sua occasione di fare la differenza sul mercato quanto potrebbe.
Credits immagine: Fondazione Pirelli.